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Forse il film che per la prima volta ha mostrato a tutti la bravura di Borghi e Marinelli. A mio avviso Non essere cattivo è una sorta di L’odio italiano, perché, come il film di Kassovitz, anche il film di Caligari riesce a fotografare una precisa realtà storica e a farne un manifesto generazionale. Ne L’odio era la banlieue parigina, qui è la periferia romana, e nello specifico quella landa desolata che è Ostia alla fine del ventesimo secolo. Le giornate vuote, la noia che porta a compiere sciocchezze, le droghe… e però anche l’innocente spensieratezza di due ragazzi che, se fossero nati altrove, forse non sarebbero finiti così male. è un film che fa ridere, piangere, ma anche riflettere sulla società in cui ci ritroviamo a vivere e che forse basterebbe poco a rendere migliore.