
Trama: Un anziano funzionario ministeriale in pensione non se la passa particolarmente bene dal punto di vista economico e da quello degli affetti. Vive infatti solo, con un cane e la domestica. Le scarse risorse economiche non gli consentono più uno stile di vita consono alla sua cultura e al suo decoro ed è costantemente in ritardo con il pagamento della pigione, come l'arcigna padrona di casa gli sottolinea spesso. In un soprassalto di dignità decide allora di togliersi la vita per non essere più di peso agli altri: sarà però proprio il suo cane a riconciliarlo involontariamente con il mondo.... . Uno dei capolavori del cinema neorealista, e il suo canto del cigno."
1 Recensione
Un film non facilissimo, perché non si abbandona a pietismi narrativi. è forse l’apice della fedeltà neorealista: si seguono storie vere, con attori che non sono attori ma sono le vere persone che vivevano quelle situazioni, e si mantiene un ritmo fedele ai tempi reali. Qui si racconta il tragico stato in cui versavano i pensionati nel secondo dopoguerra. Umberto è un anziano povero e solo, che non ha i soldi per arrivare a fine mese. Il film ebbe un importante peso politico, perché fu qui che Andreotti, allora responsabile della commissione cinema, coniò l’espressione “i panni sporchi si lavano in casa”. Questo film di De Sica e Zavattini mostrava un Italia che il governo democristiano, a quell’epoca, preferiva restasse dimenticata.